Qualche post fa ho accennato al fatto che la mia famiglia ha fatto anche l’esperienza da host family con Intercultura. Oggi voglio parlarne un po’, perchè credo che questa esperienza sia troppo poco conosciuta e considerata, ed invece è veramente interessante.
Ma partiamo dall’inizio...qualche anno fa, quando le mie figlie frequentavano la scuola media, un’illuminata prof. di storia aderì ad un programma Erasmus+ che prevedeva degli scambi con studenti stranieri. Le classi delle mie ragazze non erano purtroppo coinvolte nel progetto, però io diedi la disponibilità ad ospitare, se necessario. All’ultimo infatti una famiglia si tirò indietro e così ci assegnarono questa simpaticissima ragazzina olandese, Elise, che venne a stare da noi per una settimana.
In quella settimana condivise stanza e tempo libero con la
mia piccola Elisa (ebbene sì, stesso nome!) che nel giro di quei miseri 7
giorni, trascinata dall’inglese perfetto di questa incredibile olandese, fece
un salto di qualità nella lingua da farci rimanere sbalorditi. 😱
E così incominciammo a ragionare che, se era bastata una settimana di full immersion a farle fare così tanti progressi, cosa sarebbe potuto succedere in un periodo più lungo? E quindi, ragionando ragionando, prendemmo la decisione di ospitare una exchange student per qualche mese. Ai tempi ci mettemmo in contatto con varie agenzie, poi un caso fortuito ci fece conoscere un referente di Intercultura della nostra città e quindi ci impegnammo con loro. Purtroppo era un po’ tardi e sembrava che tutti i ragazzi fossero oramai abbinati...finchè ci proposero di partecipare ad un programma breve (2 mesi e mezzo circa) che iniziava a febbraio.
La studentessa non potevamo sceglierla, perchè in effetti ne era rimasta soltanto una...quindi ci hanno mandato la sua scheda per vedere se poteva adattarsi alle nostre aspettative...e noi abbiamo accettato. E così è arrivata Noon dalla Thailandia.
Ora non vi mentirò nel dire che sono state tutte rose e fiori. L’esperienza nel suo complesso è andata bene, ma ci sono stati lati positivi e negativi...Ragionandoci a mente fredda, posso dire che i lati negativi sono dipesi molto dalle circostanze e da cose che non avevamo ben valutato. Tornando indietro forse farei alcune cose diversamente.
- Ho sottovalutato l’età delle mie figlie. Presi
dalla fantastica settimana con l’olandesina, non abbiamo pensato che in quel
caso si trattava di coetanee, mentre stavolta avevamo una sedicenne a confronto
con delle dodici-tredicenni 😅
- Ho sottovalutato la conoscenza della lingua: la ragazzina olandese parlava inglese meglio di tutti noi messi insieme e quindi ci si poteva ragionare, giocare, chiacchierare; la ragazza thailandese oltre a non conoscere, ovviamente, una parola di italiano era abbastanza carente anche sull’inglese e quindi era davvero difficile comunicare con lei. Io mi ci impegnavo tantissimo, ma le ragazze dopo un po’ si sono stufate di ripetere sempre le stesse cose ed hanno iniziato ad ignorarla...🙈🙉🙊
- Ho sottovalutato la necessità di dare regole.
Complice il fatto che la ragazza era molto servizievole e tranquilla e che
comunque la sua permanenza non era molto lunga, ho preferito non darle troppe
regole e sorvolare su alcune cose che all’inizio mi davano fastidio. Purtroppo,
così facendo, lei ha continuato a comportarsi nello stesso modo e alla fine mi
snervava un po’...cioè niente di grave, voglio dire, ma la ventesima volta che
andava dal bagno alla sua camera con i capelli grondanti acqua lasciando una
scia di goccioline per tutto il corridoio, ho seriamente rimpianto di non
averle gridato la prima volta: vuoi cavolo metterti un asciugamano in
testa?!?!?!?! 😵
Però resta il fatto che è stata una bella esperienza, sicuramente è stata determinante nello spingere le mie ragazze a prendere in considerazione questa possibilità di essere anche loro exchange student. Alla ragazza abbiamo fatto fare tanti giri per l’Italia, abbiamo tutti conosciuto un po’ la cultura thailandese (e il cibo thai...cucinato dalla lei...ok, di questo avremmo fatto volentieri a meno...😆) ed abbiamo fatto tesoro di insegnamenti per il futuro. Ci siamo detti che avremmo sì ripetuto l’esperienza, ma solo quando le figlie sarebbero state più grandi, che avremmo voluto scegliere noi questa volta, indirizzandoci su un paese anglofono o cmq english friendly (come, appunto, l’Olanda o i paesi scandinavi) e soprattutto che avremmo stabilito da subito poche ma chiare regole per il bene di tutti.
In realtà....attenzione SPOILER...
...
...
...
...
probabilmente mentre Aurora sarà in Australia noi saremo di nuovo una HOST FAMILY!!!
Ebbene sì. Elisa, la figlia oggi quindicenne, è tornata all’attacco e ci ha proposto di prendere qualcuno che occupi la stanza della sorella mentre è via. Vuole un fratello americano, preferibilemente. Stavolta però ci siamo candidati con Astudy (abbiamo dovuto fare un’application anche per questo...) e siamo in attesa anche qui di ricevere profili.
Vi aggiornerò anche su questo.
Nessun commento:
Posta un commento